We throw light on your darkest fear

Articoli con tag “Bigfoot

La Criptozoologia.Parte seconda.

La scorsa volta abbiamo introdotto la criptozoologia dandone qualche cenno sulla nascita e sui fondamenti di base e iniziato a spiegare di come sia considerata una pseudoscienza, quindi poco ben vista dalla comunità scientifica.

Ma perchè zoologi e naturalisti non vedono di buon occhio questa branca impropria delle scienze naturali?

I motivi sono diversi e alcuni appaiono fondati e plausibili: prima di tutto, come accennato nel precedente articolo, il grosso del danno all Cr. viene fatto dagli stessi appassionati quando non riescono a contenere l’entusiasmo e non mantengono i piedi per terra durante le loro ricerche. Per poter avere credibilità una scienza deve avere delle basi culturali inconfutabili e alle quali nessuno può obiettare. Insomma, bisogna avere una conoscenza vastissima per poter escludere ogni possibile eccezione, coincidenza o semplice fatto anomalo. Lavorando in gran parte su testimonianze altrui il minimo che si possa fare è limitare i danni escludendo con assoluta certezza le specie che sono già…conosciute.

Cerco di spiegarmi meglio: tra i più famosi criptidi ai quali gli studiosi cercano di dare una spiegazione è il chupacabras. Tornerò in futuro a parlarne ma per ora posso dire che la maggior parte delle volte che spunta fuori un cadavere che si presume essere un chupacabras in realtà è una specie di coyote per niente sconosciuta ma semplicemente affetta da qualche malattia in stato avanzato o malformazione genetica. Dopo aver gridato al miracolo  si scopre che quella che si ha sottomano è l’ennesima bufala perchè non si sono esaminate tutte le possibilità con dovuta perizia.

Altre volte, sempre sull’onda dell’entusiasmo, si escludono spiegazioni scientifiche (e a volta pure ovvie) che distruggono rapidamente le tesi prodotte: pensate a tutti gli avvistamenti poco chiari dei criptidi palustri (Nessie ad esempio) dove le increspature dell’acqua hanno decine di spiegazioni banalissime .

E’ proprio questo l’appunto più grosso che viene mosso alla Cr. ovvero la mancanza di riscontri reali: ognuno tira l’acqua al suo mulino. Se per lo scienziato la mancanza di prove è la certezza della non esistenza di una data creatura, allo stesso tempo il criptozoologo afferma che non vi è neppure la prova scientifica della non esistenza, insomma un circolo vizioso senza fine.

Ma gli amanti della Cr. replicano con argomentazioni altrettanto fondate e credibili: prima di tutto si parte dall’assunto che le specie animali esistenti sono tantissime ed è impossibile che siano state tutte catalogate essendo una buona parte del globo (beh, forse non così grande…) ancora incontaminata ed esplorata. Molti criptidi infatti sono tali per noi ma non magari per le tribù che vivono in quell’area. Inoltre come detto si basa su reali conoscenze degli altri rami della scienza quali biologia e zoologia.

In realtà non c’è un odio totale verso la Cr. ma uno dei problemi è che la gran parte degli appassionati si dedica prevalentemente alle creature che hanno un grosso richiamo mediatico, le grosse stranezze della natura per intenderci: parlo chiaramente di Bigfoot, Mokele Mbembe e compagnia. Se infatti venisse dedicata più attenzione e cura verso le centinaia di specie minori (per dimensioni) la criptozoologia verrebbe non solo tollerata ma anche supportata.

Ma un punto su cui i criptozoologi ribattono con fermezza…beh è dato proprio dalle scoperte della discipina, infatti tra tanti buchi nell’acqua e bufale varie (inventate o meno) per fortuna ci sono stati svariati successi. Partendo dallokapi, che divenne anche il simbolo dell’International Society of Cryptozoology, passando per il Celacanto e arrivando a quello che un tempo era un vero e proprio animale leggendario, il calamaro gigante (riparlemo in futuro e con calma di queste specie).

La prossima volta, a meno di improvvisi cambi di umore, incontreremo il nostro primo criptide, gli amanti dei vermetti accorrano numerosi, a presto!


La Criptozoologia.Parte prima.

Nella scorsa introduzione ho accennato a un particolare gruppo di soggetti studiati da una strana disciplina, la Criptozoologia (da ora abbreviato in Cr.), termine abbastanza sconosciuto al grande pubblico e che merita quindi un approfondimento per capire di cosa si parla esaminando determinate creature che affronterò in futuro. Per non rendere troppo pesante la lettura dividerò l’articolo in più parti in modo da rendere digeribile il “malloppone”.

Piccolo avvertimento: io non sono uno studioso di alcun tipo, non sono naturalista, biologo, zoologo, antropologo, paleontologo o qualunque altro “ologo”. La mia è una semplice passione, il fatto che tenti con questo blog di affrontare certi temi non mi eleva a rango di scienziato: cercherò di essere il più accurato possibile ma consideratemi come un bambino in un enorme parco giochi che ama stupirsi e non disintegrare completamente ogni fantasia legata ad una particolare creatura.

Detto questo esaminiamo l’etimologia del termine che deriva dall’unione delle radici greche delle parole kryptos (nascosto), zoon (animale) e logos (discorso): in definitiva è la scienza degli animali nascosti.
Il termine è stato coniato da colui che è considerato il padre fondatore della disciplina moderna ovvero Bernard Heuvelmans (zoologo belga, 1916-2001) ma lo stesso H. si accorse che il primo a utilizzare questa parola fu il naturalista scozzese Ivan T. Sanderson (1911-1973).
Di cosa si occupa quindi questa “pseudoscienza” ( tra poco torneremo ampliamente anche su questa definizione) e chi sono questi criptidi o animali nascosti?
La criptozoologia cerca di dare una spiegazione a specie animali sconosciute e delle quali non si hanno ancora prove tangibili: gli unici elementi che indicano la loro esistenza sono le testimonianze dirette o tramandate, residui di peli, ossa o altre parti del corpo, impronte sul terreno. Nessun cadavere da studiare, meno che mai esemplari vivi, solo congetture e avvistamenti che nel migliore dei casi producono materiale fotografico sfuocato e inattendibile.

Sembrerebbe una caccia ai fantasmi quindi.
Sì e no.
Nonostante venga additata da molti studiosi come una pseudoscienza (al pari di astrologia e omeopatia) per poter affrontare questa disciplina con serietà servono delle notevoli conoscenze di zoologia e biologia: l’errore più grande infatti è scambiare una particolare specie come “sconosciuta” semplicemente perchè non si hanno i fondamenti per riconoscerne l’effettiva esistenza. Se non ho mai visto una giraffa per me sarà sicuramente un animale sconosciuto. Allo stesso modo possiamo espandere questo concetto riferendoci ad angoli di mondo superficialmente esplorati dove magari le tribù indigene ben conoscono particolari animali che ancora la cosiddetta “civilità” non ha incontrato.
Non solo animali sconosciuti però, la criptozoologia si occupa anche di specie la scienza ritiene estinte o su razze lontane migliaia di Km dal loro habitat naturale.

E’ una ricerca che lascia senza “trofei”: una volta stabilita l’esistenza di una data specie questa cessa di essere un criptide e viene ufficialmente classificata nel mondo della zoologia vera e propria.
Bella rogna eh?

Tanti sono i motivi per cui la criptozoologia viene malvista: tra questi sicuramente non giova la spettacolarizzazione e pubblicità di molti che studiosi non sono ma che da semplici amatori spesso ridicolizzano chi con sforzi e passione si dedicano seriamente ad ottenere dei risultati. Inoltre siamo nell’era delle nuove teconologie, un qualsiasi ragazzino di 12 anni con un computer e un minimo di talento può riuscire a ingannare per giorni il mondo intero con sofisticati fotomontaggi (un hoax o fake): il fatto che venga poi smentito quasi subito da altrettanto talentuosi individui poco importa, il danno è fatto e di certo non aiuta a risollevare il nome della criptozoologia.

Inoltre spesso si inglobano nella disciplina anche ufologi o appassionati di paranormale che tentano di associare la Cr. ad extraterrestri, creature fantastiche, fantasmi o simili, anche se niente di tutto ciò è riconducibile ad un criptide. La brutta nomea quindi inizia proprio da questi “esperti” all’interno del loro campo. Perciò quello che il grande pubblico ricorda dell Cr. sono le storie di Nessie e dei vari Bigfoot quando in realtà il lavoro di studio è molto più amplio. Effettivamente ad un’analisi approssimativa sembra che il grosso degli amanti di questa pseudoscienza si dedichino maggiormente alle creature di grosse dimensioni, in particolare alle creature lacustri e marine, ai grossi mammiferi e agli ominidi.
In realtà le specie ancora catalogate sono a migliaia, soprattutto tra gli insetti o gli animali/pesci di ridotte dimensioni ma è indubbio il fascino che possibili discendenti di dinosauri, primati evoluti o strambe creature abbiano sull’immaginario collettivo il che porta numerosi appassionati a dedicarsi maggiormente a questo tipo di ricerche.

Come detto prima per approcciarsi alla Cr. bisogna avere alle spalle un elevato bagaglio culturale e soprattutto essere capace di distinguere un semplice difetto fisico o malattia da una possibile nuova specie: il lavoro di studio è durissimo quindi, bisogna cercare i dettagli più minuziosi traendoli dalle testimonianze a volte confuse di chi ha avvistato tale esemplare.

La prossima volta esamineremo i dubbi che vengono sollevati dalla comunità scientifica a proposito di questa branca “impura” della zoologia e le difese che usano invece i loro appartenenti per tentare di trovare un prestigio giustificato agli occhi dei loro colleghi.


Paure.

Tutti hanno paura di qualcosa. Anche se forse ancora non lo sanno.

Aprire un secondo blog quando il primo è aggiornato sporadicamente è come impiccarsi dopo aver preso del veleno: uno dei due ce la fa sicuramente. Questa volta però l’argomento è decisamente più serio, se nell’altro si parlava con leggerezza degli anni 80 qui proverò ad accantonare per un istante la mia vena demenziale per esplorare un mondo che mi affascina sin da bambino.

Cominciamo con il titolo del blog, incubi sfuocati, perchè questa scelta?

Chi non ha mai visto qualche foto o filmato delle cosiddette “creature” misteriose?

Bigfoot, UFO, il mostro di Lochness.

Tutte stranamente sfuocate, nell’era delle grandi tecnologie, dove chiunque è un videoamatore improvvisato che gira per la strada con una macchina digitale…beh, incredibilmente quando i soggetti ripresi sono quelli citati le immagini non sono mai nitide.

E io parto da questo assunto: se fossero ben visibili siamo sicuri che ci spaventeremmo altrettanto?

Non è che forse le nostre paure sono dettate  dall’ignoranza, dal non sapere esattamente cosa ci troviamo di fronte?

Non siamo come degli Aztechi di fronte alla prima visione di un cavallo?

Penso che si possa avere paura per due motivi: perchè sappiamo con precisione che quel che abbiamo davanti è pericoloso oppure perchè non lo conosciamo e l’aspetto è terrificante.

Abbiamo paura di uno squalo a prescindere: anche se non sapessimo che è pericoloso l’aspetto minaccioso ce lo farebbe temere.

Ma se conoscessimo solo i gatti una tigre non ci sembrerebbe solo un grosso felino?

La paura non è necessariamente un aspetto negativo della nostra vita se presa in dosi non eccessive: la paura ci permette di stare alla larga da potenziali pericoli; noi stessi ci sottoponiamo volontariamente a condizioni di terrore per avere una scarica di adrenalina (sport estremi, montagne russe o un semplice film horror). In piccole dosi la paura è perfino…divertente.

Ok, tante parole ma ancora non ho spiegato bene di cosa si occuperà questo blog.

Beh, io sin da piccolo rimanevo affascinato dai cosiddetti mostri: creature fantastiche che vedevo nei film, delle quali leggevo nei libri magari accompagnate da terrificanti illustrazioni. Crescendo questa passione è rimasta ma si è ampliata: se prima rimanevo estasiato di fronte alle mostruosità di miti e leggende oggi scopro che esiste un mondo molto più plausibile, di creature sconosciute ma ugualmente terrificanti che permettono addirittura un approccio pseudoscientifico.

Quindi su queste pagine tratterò i due lati di questo mondo: da una parte le creature totalmente di fantasia, tramandate da storie antichissime che non ne hanno fatto morire il mito, dall’altra mi addentrerò nel mondo della criptozoologia curiosando alla ricerca di improbabili specie animali che sfiorano l’immaginario di un libro fantastico.

Ovviamente non sono uno scienziato, un biologo o altro ma un semplice appassionato quindi è molto probabile che arrivi a dire qualche sciocchezza nel qual caso sono aperto a qualsiasi correzione.

Inoltre vorrei che gli articoli fossero abbastanza accurati ed esaustivi quindi i tempi di pubblicazione potrebbero essere un tantino lunghi (e già in quell’altro non scherzavo a lentezza).

Ho citato alcuni esempi poco fa come il Bigfoot, in realtà vorrei evitare di affrontare questi argomenti maggiormente conosciuti, vorrei dedicarmi alle decine di creature realmente sconosciute ma altrettanto particolari o spaventose. Forse potrei inizialmente dedicare qualche articolo a Nessie e compagnia giusto per rompere il ghiaccio ma devo pensarci su.

Spero di aver solleticato abbastanza la curiosità di qualcuno di voi, per ora mi fermo qui, vorrei poter dire “a presto” ma meglio evitare le bugie all’inizio di una relazione 😀